I love this composition, and I own several versions. This one might be the best. The performance is excellent. The vinyl is excellent. You should buy this.
I concerti per piano di Brahms, unitamente a quelli di Beethoven (in particolare il quinto) e al primo di Chopin, sono quelli maggiormente affrontati da Maurizio Pollini nel corso della sua lunga carriera. Nel caso del primo di Chopin siamo di fronte ad edizioni di assoluto riferimento, paragonabili solo a quelle di Arthur Rubinstein; in Beethoven i confronti sono ovviamente molto più numerosi anche se le esecuzioni di Pollini, di eccellente livello soprattutto al fianco di Claudio Abbado, possono sostenere - almeno nel loro complesso - l'agguerrita concorrenza dei migliori interpreti beethoveniani quali Backaus, Kempff, Gieseking, Fischer, Benedetti Michelangeli (anche se, ove singolarmente considerati, continuo a preferire anche altre esecuzioni meno famose, ad esempio Argerich/Sinopoli nel secondo concerto); per Brahms siamo - a mio parere - ad un livello inferiore. Cerco di motivare: Pollini dispone di una tecnica notevolissima che mette al servizio di esecuzioni sempre analitiche e trasparenti (mi dispiace infatti che abbia affrontato così poco il repertorio mozartiano), scavando continuamente nelle partiture degli autori preferiti e quasi "soffrendole" nel proprio intimo fino ad ottenere risultati straordinari (soprattutto nelle esecuzioni dal vivo in cui "cattura" l'attenzione del pubblico, coinvolgendolo nelle proprie meditazioni), con interpretazioni mai esuberanti, semmai introspettive, che vanno direttamente alla psiche. Così accade anche in questo Brahms: c'è grande equilibrio, anche nel continuo colloquio con l'orchestra - si tratta dei magnifici Wiener Philarmoniker condotti da Bohm - e la partitura è analizzata con grande eleganza e trasparenza, nel finale emerge il virtuosismo del pianista sorretto dall'eccellente tecnica, ma di fondo manca quel calore e quell'impeto che dovrebbero conferire maggior drammaticità e grandiosità a questo concerto. In questo - come nel secondo concerto di Brahms - Pollini darà il meglio di sé a fine anni '90, al fianco ancora una volta di Abbado (mentre le recenti esibizioni con Thielemann mi sembrano poco accessibili), ma anche in quel caso non mi sento di paragonare le performances di Pollini con i risultati ottenuti da Backaus/Bohm, da Gilels/Jochum e da Horowitz/Toscanini (nel secondo concerto), caratterizzate da maggior pathos ed energia.
I'm giving this Leinsdorf/Berman/CSO recording 4 stars as a kind of 'heads up', even though this may be the best performance of Brahms 1st Piano Concerto I have ever heard. This is due to the engineering: it requires exceptionally high volume for adequate playback, and the orchestral sound seems constricted, more or less like it was recorded in the 50's rather than 1981! Even so, what a perforfance!